venerdì 5 marzo 2010

DRAMMA RIFIUTI in Campania, ITALIA CONDANNATA


La solita informazione di regime ci aveva trionfalmente annunciato che la decennale emergenza rifiuti in Campania era finalmente risolta. Strade sgombre da rifiuti, nuove discariche aperte, impianti di trattamento e samltimento funzionanti ad efficienti. Ma dietro a questa patina mediatica mistificante si cela uno dei più grandi disastri ambientali del nostro paese, che si suppone arginato. A raffreddare bruscamente gli entusiasmi ci ha pensato proprio in questo giorni la Corte di Giustizia dell'Unione Europea che ha condannato espressamente l'Italia sul caso dei rifiuti in Campania, accogliendo il ricorso presentato dalla Commissione Europea nel luglio 2008. In particolare secondo la sentenza, «non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti nelle vicinanze del luogo di produzione e non avendo adottato tutte le misure necessarie per evitare di mettere in pericolo la salute umana e di danneggiare l'ambiente nella regione Campania, è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza della direttiva rifiuti».


«Una sentenza meritata. Perché quindici anni di commissariamento della regione non sono serviti a null’altro che a sprecare circa tre miliardi di euro per avere, ad oggi, impianti di trattamento inadeguati, centinaia di siti da bonificare in tutta la Campania, emergenze sanitarie da affrontare e multe salate da pagare». È senza appello il commento di Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente sulla decisione presa dalla Corte di Giustizia europea sulla gestione dei rifiuti.
Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, appresa la notizia, ha affermato ieri che la decisione della Corte Ue riguarda «una situazione antecedente al maggio 2008». Cioè prima che arrivasse lui a “risolvere” l’emergenza, con la bacchetta magica delle deroghe proprio alle norme comunitarie. O meglio del suo ritorno, perché tranne la breve parentesi dell’ex capo della polizia De Gennaro, Bertolaso è stato commissario dal 9 ottobre 2006 al 7 luglio 2007. La procedura di infrazione da parte dell’Ue e il congelamento da parte di Bruxelles di tutti i fondi comunitari destinati alla Campania avviene nel giugno 2007. E riguarda quindi anche la prima gestione Bertolaso, dell’emergenza rifiuti. In più non bisogna dimenticare che sulla «gestione irregolare del ciclo dei rifiuti» da parte del dipartimento di Bertolaso indagano sia i magistrati partenopei che quelli tedeschi.

La Procura di Napoli ritiene «fittizie» le operazioni di trattamento dei rifiuti che entravano negli impianti e uscivano tali e quali. Dopo aver arricchito con soldi pubblici la Fibe che li gestiva (gruppo Impregilo-Fiat). In Germania cercano invece le prove del sistema escogitato dalle ecomafie per smaltire illegalmente i rifiuti tossici. Gli inquirenti tedeschi ipotizzano sia stato usato per fare arrivare in Sassonia, nella discarica di Grosspoesna, i treni carichi di rifiuti campani. Proprio durante il picco dell’emergenza nel 2007. Anche per la Procura di Napoli: «Assegnavano ai rifiuti, anche speciali, codici non veritieri». Ora i magistrati tedeschi vogliono capire come mai 107mila tonnellate di rifiuti campani spediti in Germania, sulla carta erano resti di tipo minerale. Perché l’ipotesi è che la spazzatura spedita all’estero dalla Protezione civile avesse documenti e codici identificativi non in regola.


Risvolti giudiziari e danni ambientali a parte, emergono ancora oggi disfunzioni strutturali mai risolte e l'incapacità di attenersi alle normative europee che chiedono di limitare la produzione di rifiuti promuovendo tecnologie pulite e prodotti reciclabili. Ma l'Italia sta andando nella direzione opposta, legata ancora a un sistema che privilegia le discariche e l'incenerimento.Tant'è vero che a quasi un anno dall'emergenza le percentuali di raccolta differenziata sono ancora imbarazzanti e gran parte di quello che viene raccolto finisce in discarica anzichè destinato ai centri di reciclaggio. E chi ne parla ancora di queste cose? E' la dimostrazione che l'illusionismo della coppia "del fare" B&B ha funzionato: tolti i rifiuti dalle strade ( che sono solo la punta dell'iceberg e la parte più vistosa e meno sostanziale del problema) l'emergenza è risolta. Nel frattempo restano bloccati i 500 milioni di euro fondi comunitari destinati alla Campania e la tutela della salute e l'integrità dell'ambiente sempre più problematiche. In attesa di tornare alla "normalità" il Paese paga pegno.

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