sabato 20 marzo 2010

AMBIENTALISMO TAMPONE

Il presidente Usa Barack Obama all’inizio del suo mandato aveva dichiarato di voler mettere fine entro dieci anni alla dipendenza dall’oro nero, coprire con le fonti rinnovabili il 10% del fabbisogno americano entro quattro anni, introdurre nuove tasse per le compagnie petrolifere e ridurre del 15% dei consumi di elettricità. Anche l’Unione Europea si è mossa in questa direzione approvando l'anno scorso un piano comune, che prevede la riduzione delle emissioni di Co2 del 20% secondo il protocollo di KYOTO e fino al 30% a partire dal 2013.
Traguardi ambiziosi e importanti che cercano di contrastare la piaga sempre più grande del cambiamento climatico.

Da Kyoto in poi quasi tutti i governi del mondo, in maniera più o meno di facciata e strumentale, sono diventati paladini della salute del Pianeta, mettendo in atto ogni possibile misura per "ridurre l'inquinamento", quasi sempre parziale e improvvisata.
Amanti dell'ambiente ma non fino al punto di dover sacrificare ad esso la produttività del sistema industriale.
Come ci insegna il governo italiano, secondo cui, con la crisi finanziaria in atto, non è il momento di "fare i Don Chisciotte" con obbiettivi che rischiano di danneggiare le imprese.
A parte la scandalosa miopia italiana che ha rischiato di far saltare il tutto, è lodevole l'impegno di Europa e Usa su questa strada; ben che resta il fatto che si tratta sempre e comunque di interventi parziali e approssimativi per salvare il salvabile di fronte a un disastro annunciato, quello ambientale, senza interrogarsi minimamente sulle sue cause.
L'ambiente è diventato un malato in condizioni disperate che si cerca di curare in tutti i modi, senza però rimuovere la causa originaria. Vale a dire che la Terra non è più in grado di sostenere i ritmi e i tempi di un modello economico basato sulla crescita economica illimitata. Una crescita votata quasi all'infinito che non si pone limiti nel depredare ogni risorsa naturale per perpetuare se stessa.
Governanti, economisti e potentati economici potranno riempirsi la bocca finche vogliono di parole come sviluppo sostenibile, politiche energetiche, protocolli di Kyoto, ma se non si comincia a mettere in discussione questo dogma intoccabile i danni al mondo che ci circonda saranno irreparabili.
E la qualità della nostra vita definitivamente compromessa.

Nessun commento: