
Traguardi ambiziosi e importanti che cercano di contrastare la piaga sempre più grande del cambiamento climatico.

Da Kyoto in poi quasi tutti i governi del mondo, in maniera più o meno di facciata e strumentale, sono diventati paladini della salute del Pianeta, mettendo in atto ogni possibile misura per "ridurre l'inquinamento", quasi sempre parziale e improvvisata.
Amanti dell'ambiente ma non fino al punto di dover sacrificare ad esso la produttività del sistema industriale.
Come ci insegna il governo italiano, secondo cui, con la crisi finanziaria in atto, non è il momento di "fare i Don Chisciotte" con obbiettivi che rischiano di danneggiare le imprese.
A parte la scandalosa miopia italiana che ha rischiato di far saltare il tutto, è lodevole l'impegno di Europa e Usa su questa strada; ben che resta il fatto che si tratta sempre e comunque di interventi parziali e approssimativi per salvare il salvabile di fronte a un disastro annunciato, quello ambientale, senza interrogarsi minimamente sulle sue cause.

Governanti, economisti e potentati economici potranno riempirsi la bocca finche vogliono di parole come sviluppo sostenibile, politiche energetiche, protocolli di Kyoto, ma se non si comincia a mettere in discussione questo dogma intoccabile i danni al mondo che ci circonda saranno irreparabili.
E la qualità della nostra vita definitivamente compromessa.
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