sabato 20 febbraio 2010

Un popolo senza nazione: i Mapuche e il Regno di Araucanìa e Patagonia

Nell'anno 1860, in Sudamerica, due neonati stati nazionali, Cile ed Argentina, e un popolo senza nazione, gli indios Mapuche, furono i protagonisti di una vicenda assai singolare.
Cile ed Argentina, usciti dalla dominazione spagnola, dimostrarono di aver presto dimenticato gli ideali che li guidarono alla conquista dell'agognata libertà: si fecero immediatamente affliggere dal vizio europeo di conquista, di eliminazione di etnie per accaparrarsi le loro terre.


Tra i due neonati precoci, avidi di terra e di denaro, un popolo senza appoggi, i Mapuche.
Essi riunirono le loro tribù per proclamare uno stato indipendente, interamente mapuche. Dotati di un'apertura mentale senza paragoni, optarono per un governo monarchico sotto la guida di un europeo, con la finalità di possedere maggior voce nelle dispute internazionali grazie alla guida di un uomo del Vecchio Continente.
Elessero così un avventuriero francese, Orélie-Antoine de Tounens, di professione avvocato, come re della nazione mapuche. Il nuovo sovrano promulgò la costituzione nello stesso 1860 e stabilì i confini del nuovo regno ai danni del Cile e dell’Argentina.

Nel 1862 il re Orélie-Antoine si diresse in Cile per rendere pubblica ed ufficiale la formazione del Regno di Araucanìa e Patagonia, ma fu catturato ed internato in un manicomio dal presidente cileno Manuel Montt. La Francia si impegnò per liberare il suo cittadino che dovette tornare nella madrepatria.

Nel 1869 Orélie tornò tra i Mapuche, ma ormai il Cile aveva incorporato il loro territorio. Tentò più volte di fare passi avanti con la causa mapuche (nel 1874 e nel 1876), ma il sogno di autodeterminazione degli indios era stato infranto definitivamente. Il re Orélie-Antoine morì in Francia nel 1874. I suoi successori, ancora oggi, si impegnano nella difesa dei diritti dei Mapuche.

Il popolo Mapuche vive seguendo norme di convivenza collettiva e mediante un intimo rapporto con la natura. Attualmente i Mapuche sono in lotta, tanto con la repressione dei governi locali quanto con le multinazionali (es. Benetton) che intendono sfrattarli dalle loro terre, per la non cancellazione della loro storia e dei loro principi culturali.

L'esilio della Real Casa non ha messo a tacere la volontà di autodeterminazione di un popolo, tuttavia scoraggiato dagli eventi e dalla comprensione di non poter mai essere una nazione indipendente...

1 commento:

Michele Torresani ha detto...

Un post di approfondimento: http://strangemaps.wordpress.com/2008/10/19/321-the-forgotten-kingdom-of-araucania-patagonia/