sabato 20 febbraio 2010

Nucleare: ecco cosa ci aspetta


Il più grande incidente nucleare della storia: 26 aprile 1986, durante un esperimento, gli operatori della centrale sovietica di Chernobyl persero il controllo del reattore che esplose emettendo una quantità gigantesca di radioattività che nei giorni immediatamente successivi al disastro contaminò mezza Europa, generando deformità e sofferenze di cui si hanno testimonianze dirette nelle lande bielorusse.
In Italia lo spavento fu tale che con un referendum fu vietata la costruzione di nuove centrali sul suolo patrio. Passata la paura, sembra che oggi la lobby nucleare stia rialzando la testa. Il ministro Scajola, spalleggiato dalla neopresidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ha lanciato la parola d'ordine: nucleare a oltranza.
La Edison, il 13 marzo 2008, ha pubblicizzato un proprio studio che prevede la costruzione di 5-10 centrali nucleari entro il 2019, facendo circolare una mappa di 10 siti ritenuti adatti ad ospitarle. La A2A milanese-bresciana ha comunicato di aver affidato a cinque università milanesi uno studio che suggerisca al governo modi e tempi per il ritorno dell'Italia al nucleare.
Mentre i media italiani affilano le armi per un prossimo dibattito tutto orientato al sì (per la crescita e la modernizzazione, of course), ecco che dalla Germania giunge nel più completo silenzio un altro studio, dell'Università di Meinz,, pubblicato lo scorso dicembre sullo European Journal of Cancer, che dimostra che i bambini che vivono in un raggio di 5 km da un impianto nucleare corrono un rischio più elevato di contrarre precoci e gravissime forme di cancro. I ricercatori di Meinz si sono concentrati, in particolare, sull'area attigua alla centrale nucleare di Krummel, dove è stato rilevato un eccezionale incremento delle leucemie, tanto infantili, quanto degli adulti. Una ricerca applicata anche a tutte le altre 16 centrali atomiche tedesche ha dato i medesimi risultati (incidenza di leucemia: 37 casi su 16 attesi).
Di fronte a questi risultati è confermato ancora una volta che anche le basse dosi di radiazioni che fuoriescono dagli impianti nucleari durante il loro normale funzionamento sono comunque percolose e nocive. Mentre sono incontestati i danni alla salute umana provocati da un incidente in una centrale nucleare, il normale esercizio di un impianto è considerarato innocuo. Un altro mito da sfatare, aspettando che anche in Italia venga aperto un dossier sulle conseguenze delle "basse dosi di radiazioni". Si profila una nuova battaglia anti-nucleare. Non facciamoci trovare impreparati.


Questo articolo è stato pubblicato sul blog di Movimento Zero Cremona e sul sito della Casa Editrice Arianna.

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